L'aratro, la peste e il petrolio by William Ruddiman

L'aratro, la peste e il petrolio by William Ruddiman

autore:William Ruddiman
La lingua: ita
Format: azw3, epub
editore: EGEA
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Figura 10.2 – DIVERSI MODELLI DELLA REAZIONE DEI GHIACCIAI ALLE VARIAZIONI DELLA RADIAZIONE SOLARE DI LUGLIO NELL’EMISFERO SETTENTRIONALE MOSTRANO CHE ESSI AVREBBERO DOVUTO COMINCIARE A CRESCERE DIVERSE MIGLIAIA DI ANNI FA

Il motivo principale per ignorare i risultati della simulazione per gli ultimi 5000 anni sarebbe stato probabilmente il semplice fatto che in quel periodo non si era sviluppata alcuna glaciazione. Questa circostanza avrebbe indicato che per tale periodo il modello non aveva funzionato. Ma io lessi questo scritto di vent’anni prima in un’altra chiave: non poteva darsi che i risultati della simulazione per gli ultimi 5000 anni fossero effettivamente corretti? E questo apparente «fallimento» non poteva dipendere dal fatto che l’attività degli esseri umani aveva soverchiato il comportamento naturale del sistema climatico, introducendovi dei gas a effetto serra e arrestando così la glaciazione che il modello aveva simulato? Letto in questa chiave, il modello degli Imbrie mi consentì di aggiungere un altro elemento a sostegno dell’ipotesi che in realtà una nuova glaciazione dovrebbe essere in atto già da tempo.

I risultati ottenuti dagli Imbrie sono un’emanazione diretta della teoria originaria delle epoche glaciali di Milankovitch. Molto tempo fa Milankovitch aveva suggerito che, a causa della lentezza della reazione dei ghiacciai, il loro volume varia con un ritardo di 5000 anni rispetto alle variazioni della radiazione estiva che ne causano la crescita o lo scioglimento. L’ultimo picco della radiazione estiva alle latitudini dei ghiacciai si verificò 10.000 anni fa, dopodiché il livello della radiazione ha continuato a scendere. Tenendo conto del ritardo di 5000 anni ipotizzato da Milankovitch, i ghiacciai avrebbero dovuto cominciare a crescere circa 5000 anni fa, proprio nel periodo indicato dal modello degli Imbrie.

Riesaminai anche i risultati ottenuti da altri modelli climatici elaborati negli ultimi due decenni per simulare gli andamenti passati dei ghiacciai e proiettarli nel futuro utilizzando le note variazioni dei parametri orbitali. Anche alcuni di questi modelli (ma non tutti) avevano indicato che almeno una modesta quantità di ghiaccio avrebbe dovuto iniziare a formarsi nel corso degli ultimi millenni. Eppure la comunità scientifica aveva ignorato la discrepanza di fondo esistente fra i risultati delle simulazioni – la ripresa della glaciazione – e il fatto che non si fosse verificato alcun aumento dei ghiacciai. Mettendo insieme queste informazioni, ho ottenuto lo scenario rappresentato nella Fig. 10.3.

Il clima naturale era caldo 8000 anni fa a causa della forte radiazione solare estiva e degli elevati livelli naturali dei gas serra. Da allora il livello della radiazione solare estiva ha continuato a scendere per reazione alle variazioni naturali (dei parametri orbitali), causando un raffreddamento naturale. Nel corso degli ultimi millenni questo raffreddamento avrebbe raggiunto la soglia alla quale la glaciazione sarebbe divenuta possibile, ma gli esseri umani avevano cominciato a immettere nell’atmosfera gas serra in quantità tali da mantenere il clima abbastanza caldo ed evitare la glaciazione. In complesso i climi polari si erano effettivamente raffreddati durante gli ultimi 5000 anni a causa delle variazioni della radiazione solare, ma i ghiacciai non si erano formati a causa dell’aumento dei gas serra dovuto alle attività umane.



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